Capita a chiunque di raggiungere una vetta altissima, un risultato che ti fa sentire al di sopra di tutto e di
tutti, forte, invincibile, più bella persino.
A vent’anni vivi la situazione con dannata spensieratezza. Sfrontata, godi ogni minuto quel tuo stare in alto in perfetto equilibrio; voli da un pensiero esaltante all’altro. Ubriaca,
quasi. Ma niente e nessuno riesce sul serio a farti vacillare.
A trenta sei più consapevole. L’altezza ti inebria ancora, ma sai che da un momento all’altro potresti cadere e farti male.
A quaranta l’equilibrio è più instabile. Sei più cauta, circospetta. Precipitare da una vetta altissima causa dolore, ti è successo già molte volte. Ritrovarsi improvvisamente a terra può
essere devastante.
Ieri sera mio cognato ha invitato un mucchio di gente a cena; festeggiava il suoi primi quarant’anni… Jeans carini, maglietta nera semi-sexy, tacchi altissimi: questa era ieri La
Staccata, quarant’anni suonati anche lei.
Non è caduta dalla vetta, ha fatto attenzione. Ma stamattina il dolore ai piedi è lancinante; il perfetto equilibro dei suoi vent’anni se n’è andato allegramente a morire ammazzato diversi lustri
fa.
Rimane la certezza che sentirsi al di sopra di tutto e di tutti non è più roba che fa per lei. Ma non accusa il rammarico per non essere più capace di volare da un pensiero
esaltante all’altro.
Ha maturato altri sistemi per raggiungere comunque altezze vertiginose e godersi il risultato con un certo dis-tacco.