
Ieri ho letto per caso questo vecchio
articolo di Massimiliano Parente su il giornale.it
Se avete una qualche aspirazione a pubblicare un libro, mi raccomando: evitate di mandargli dei manoscritti. Spediteli piuttosto a vostra madre, la quale li leggerà con piacere (o magari con
rassegnazione, quello dipende se l'X factor lo avete oppure no) e soprattutto gratis.
Tutti i torti questo Parente non li ha, ma vomitare in modo così tagliente addosso ai sogni della gente è una caduta di stile che poteva tranquillamente risparmiarsi, anche perché non mi risulta
che abbia mai vinto il premio Nobel per la letteratura.
Conosco invece uno Scrittore in grado di esprimere gli stessi concetti in modo civile, ragionevole e pacato. Perché possiede il raro dono della sintesi, Lui. E perché i Geni usano
poche parole. I comuni mortali, invece, ne utilizzano una quantità spaventosamente superflua.
Ecco come un autentico Signore spiega la stessa cosa in poche righe. Pensieri semplici, ragionevolissimi, diretti, che colpiscono il segno.
“Non spedire opere tue a scrittori. Non si mandano scarpe fatte da sé ai calzolai perché provino a calzarle. Non si spedisce al pasticciere un dolce fatto in casa perché lo assaggi. Diventare
scrittori, darselo per compito, definitivo o provvisorio, non passa dal contatto e dalla sponda di un altro scrittore. Quello è vicolo cieco, non smistamento.”
Erri De Luca da: “Tentativi di scoraggiamento (a darsi alla scrittura)”