Vi chiedo uno sforzo estremo di pazienza per leggere questo post: Sfiga.
Sapete come ci siamo organizzati? A cacchio di cane, chiaramente. Superboy è una sorta di scienziato pazzo che costruisce un robot con i barattolini avanzati dell’Actimel, uno che non comprende
il significato della parola “relax” neanche se gliela spieghi con disegnini esplicativi. Uno che senza fare un cavolo, per intenderci, proprio non ci sa stare e che ti chiama
ottocentocinquamilioni di volte al secondo, e non smette neanche se ti fingi morta come fanno gli opossum davanti ai predatori. A lui serve sempre qualcosa, sempre.
Quando non girovaghiamo per parchi comunali o andiamo a sguazzare in piscina, lui fa i lavoretti. Ho un armadio stracolmo di lavoretti; appena trovo un attimo di tempo vi posto una
foto. Una roba da non credere: sembra il magazzino di Art Attack.
In parte è anche “colpa” mia, visto che detesto parcheggiarlo davanti alla TV, se non i casi estremi e disperatissimi, e che non ha il permesso di giocare con i video games, perché se gliene
metti in mano uno, non smette fino a quando non gli vengono le convulsioni.
Mi è stato sempre incollato alle costole per 3 mesi. E se vi dico sempre, fidatevi: intendo dire SEMPRE. Mentre lavoravo a qualche pezzo (al 99% urgentissimo), si affacciava alla porta
chiedendomi dove potevamo trovare della torba secca per la sua mini serra, oppure se era possibile fare un salto al negozio del cinesino ( fidato spacciatore dei materiali più disparati per le
sue invenzioni ) perché gli serviva assolutamente un metro quadro di stoffa in vinile, naturalmente di tre colori diversi. Naturalmente…
Ma non è stato questo il problema, non totalmente. Lavoro tutti i giorni, spesso anche durante i week end. Ma, anche se ho delle scadenze ben precise da rispettare, perlomeno non ho l’obbligo di
timbrare un cartellino. Quando lui al mattino non c'è, lavoro tranquillamente. E' ovvio. Ma quando c'è sono cacchi acidi.
Lavorare da casa comporta i suoi vantaggi, non discuto. Ma non sono poi tanto straordinari, quando la scuola è chiusa. Non hai la scusante di poterlo affidare a qualcuno, “Tanto
non devi andare in ufficio, beata te! Puoi lavorare e occuparti di lui, no?”.
Certo, come no! E’ una cosuccia da niente: basta buttarsi giù dal letto ogni santo giorno all'alba e, se ti avanza del lavoro (e avanza sempre, fidatevi!) lavorare di notte. "Può stare
vicino a te mentre scrivi, buono buono ad incollare figurine in un album, no? E poi tu sei tanto fantasiosa, vuoi che non gli trovi qualcosa di divertente da fare mentre tu lavori?"
Allora, chiariamo un concetto: 1) Mio figlio non sta buono buono ad incollare figurine in un album. Anche perchè se così fosse, penserei che abbia sbattuto violentemente la testa e mi prenderebbe
un colpo 2) Sì, ho fantasia, per carità di Dio! Ma non riesco a trovargli sempre un'occupazione piacevole mentre io devo lavorare. E lui ha le sue tempistiche, come tutti i bambini. Ci metto
40 minuti buoni per convincerlo che farsi il bidè dopo aver partorito due chili di cacca
è procedura buona e giusta. E' il tempo materiale che mi manca, non la fantasia...
No, non è facile. Perché io non posso beneficiare dell’aiuto dei nonni. Lo cresciamo io e Papy, punto. E visto che mio marito il cartellino è obbligato a timbrarlo tutti i giorni,
chiaramente all’ 80% di Superboy me ne occupo sempre io.
Quest’estate è stata un delirio, perché il mio ( di solito rompicoglioni, ma educatissimo bambino) ha pensato bene di trasformarsi in un adolescente ribelle, e della peggior specie. Gli capita,
di tanto in tanto, soprattutto nelle notti di luna piena.
Ho collezionato una serie di figure di merda che mai, e sottolineo mai, avrei pensato di dover affrontare: scatti di rabbia, rispostacce strafottenti, ribellione e disubbidienza ai massimi
storici. E questo ai danni del mondo intero: me e il papà per primi, poi è passato agli altri adulti, ai bambini, ai cani, alle rocce, ai soprammobili, ai vegetali, ai Gormiti. Ha iniziato
ad odiare cose che solitamente gli piacevano la pazzi: la socializzazione, gli animatori, la baby dance, le “ragazze” e soprattutto il centro estivo.
Niente centro estivo, quest’anno. Due settimane appena, non c’è mai stato un giorno di più, ma erano due settimane benedette. L’esperienza quest’anno di 5 e sottolineo soltanto 5 giorni presso un
centro estivo è stata disastrosa: lo torturavano, lì. Ogni giorno, e con strumenti che avrebbero fatto invidia al peggior aguzzino professionista. Così, ci è andato per 5 giorni scarsi. Il
Venerdì sono stata costretta ad andarlo a riprendere all’ora di pranzo, perché “stava malissimo”.
Niente baby club, quest’anno, lui che di solito dopo cinque minuti diventa il primo assistente degli animatori del villaggio. Durante l’unica settimana di autentiche ferie che mi sono concessa è
sempre stato incollato al padre, con un muso lungo così. Di me non voleva saperne, mi parlava soltanto in casi di reale necessità e sempre con un tono sgarbato.
Un cinghiale misantropo e ringhioso: ecco cosa è stato il mio bambino negli ultimi 90 giorni. Rabbioso, contestatore, disordinato, strafottente ma al tempo stesso un asfissiante mammone.
Mostruosamente impegnativo, per farla breve.
Questo post non è né interessante né divertente. Come il 90% dei miei post, d’altronde. Ma lo pubblico per farvi sapere che domani lancerò mio figlio fra le braccia della maestra, a cancelli
ancora chiusi. E non andrò a riprendermelo prima di una settimana. Così, se nel pomeriggio il TG darà la notizia : “Madre degenere di Roma abbandona figlioletto alle elementari”,
sappiate che quella Regina del Male sono io. E denunciatemi pure, senza farvi problemi. Anzi: mi fate un favore mica cavoli!
In prigione ci si riposa di brutto, così dice l’ex galeotto che abita a pochi metri da casa mia. Hai visto mai che finalmente mando a morire ammazzate un po’ di rughe?
PS PER SUPERBOY: Tesoro di mamma, lo so che smanetti con il pc assieme a papà e che ogni tanto leggi il mio blog. Ti ho sputtanato alla grande, gioia mia. Ma in questi 3 mesi me li hai fatti
veramente a peperini. Ti amo da morire, non dimenticartelo mai, ma vedi di darti una regolata che un giorno di questi ti abbandono sul serio alla fermata dell’autobus…