La vita comincia a
quarant’anni era una frase priva
di alcun significato quando ero un’adolescente brufolosa. Mi sembrava una capziosa auto consolazione buttata a vanvera dai matusa per esorcizzare l’incubo delle rughe e della pancetta.
Quando sei
gggiovane un quarantenne ti appare come un vecchio capo pellerossa che si aggira nelle verdi praterie alla ricerca di un posto consono dove riporre per sempre le sue stanche ossa.
Adesso, invece, ne capisco finalmente il
senso.
La vita comincia a quarant’anni, almeno per me è vero. Ci sto
ragionando già da un po' e ieri, che era il mio compleanno, ho avuto un'altra conferma grazie alla mia migliore amica. Di anni ne ho compiuti 42, il tempismo non è mai stato il mio forte, ma
vabbe'...
La vita comincia a quarant’anni. Te ne rendi conto soprattutto
dopo aver fatto un’immane cazzata sconsideratezza.
Ok, l’hai fatta. La botta d’imbecillità capita a chiunque, persino
alle menti più brillanti. Figuriamoci se non può capitare a me. Tiri le somme, asciughi qualche lacrima e ti rendi conto che hai finalmente la maturità necessaria a comprendere dove e perché hai
sbagliato. Non è troppo tardi per ripartire più motivato e cazzuto di prima. Hai concesso fiducia incondizionata a persone che non erano degne
neppure di soffiarti il naso, ti sei sbattuta a morte per nulla, rimettendoci energie, risorse finanziarie, una bella porzione della tua brillante intelligenza, un briciolo della tua
rispettabilità e anche un bel po’ del tuo talento. Hai svenduto te stesso credendo ciecamente in qualcosa che non era affatto tuo.
Le situazioni, i luoghi e le circostanze possono essere i più
svariati, ma l’esito è il medesimo: ti senti un cojone. Cambiando l’ordine dei fattori, il risultato non cambia. Ho parlato con tanti miei coetanei, è capitato anche a loro. E’capitato pure a me.
Amen.
Ora ho maturato esperienza. Mi sono incattivita, forse, però ho
scoperto che non è affatto troppo tardi per ricominciare facendo tesoro degli errori. Contornata da persone che mi vogliono sinceramente bene, mi stimano e sanno vedere molto al di là di ciò che
appare in questo blog o altrove, mi sento più forte, attiva, energica. In poche parole: viva dopo un lunghissimo periodo di morte cerebrale.
Ieri sera Papy mi ha fatto una sorpresa: pensavo che ci portasse a
mangiare il pesce in un ottimo locale soli soletti. Ma una volta entrata nel ristorante, al tavolo c’erano la mia migliore amica e suo marito ad aspettarci. Erano cinque mesi che non riuscivamo a
vederci, un altro degli effetti collaterali dell'immane sconsideratezza che vi ho descritto sopra, anche se per sommi capi. Perché sono una signora, io.
La mia amica ha qualche mese più di me. Siamo cresciute assieme,
come sorelle. Adesso abitiamo a 35 chilometri di distanza l’una dall’altra il che, per chi vive in una città mastodontica come la nostra, può significare non frequentarsi per lunghi
periodi. Se aggiungete che è mamma come me, che ha un lavoro impegnativo, che mio marito è libero nei week end una volta ogni morte di Papa e che anche lei negli ultimi anni ha vissuto
situazioni a dir poco complicate potete avere un’idea di quanto mi abbia fatto piacere abbracciarla dopo tanto tempo.
Mi ha così raccontato di un suo imminente progetto. Una cosuccia
ambiziosa ma fattibile. Una nuova avventura per la mia amica del cuore che l’ha resa più bella, più forte, più sorridente, più sicura di sé e persino più giovane. Anche per Stefy la vita comincia
a 40 anni. O giù di lì.
Ora incrocio le dita per lei, per me, per tutti i quarantenni che
a quest’età ricominciano a vivere. Evviva noi. Alla faccia di tutti gli adolescenti brufolosi che oggi ci chiamano “vecchi”.
L’ anello di carta che mi ha regalato Superboy, il mago dell’origami. Ho pianto neanche fosse un solitario di Cartier..
Il regalo della mia amica: sandali piatti ultrachic. Devo
aggiornarla su qualche cosuccia che mi è successa quest’estate. Ancora non sa che ho ceduto alla tentazione delle zeppe. Le scarpe sono carinissime, la foto non rende loro giustizia. Le ho prese
come un dono di buon auspicio: colora la tua vita di rosa, il più possibile. Intanto comincia dai piedi e schiacciaci tutte le cacche che incontrerai in futuro.
Quelle che ho già lasciato sul marciapiede mi auguro che vengano
prima o poi investite da un tir. Potrebbe anche accadere. Nel dubbio, sto prendendo la patente C. Chi fa da sé…