Martedì scorso Maestra A mi ha chiamata a colloquio. Superboy è bravissimo, sveglio, intelligente, persino molto ben educato quando gli gira bene ma… Ci sono un mucchio di “ma” che però Maestra B non mi ha mai fatto presente…
Maestra A dice che Superboy ultimamente dice un sacco di parolacce (confermo, sto meditando di sigillargli la bocca con il Superattak se non la fa finita). Non è l'unico, per carità, ma io non sono interessata a quello che fanno gli altri.
Maestra B non ha segnalato il problema "turpiloquio".
Maestra A dice che tende a risponderle troppo a tu per tu (e ci credo, assolutamente. Superboy è convinto di essere un adulto, da sempre. Non che gli adulti siano autorizzati a rispondere male a chicchessia, ma non è questo il punto).
Maestra B non ha rilevato alzate di testa inopportune.
Maestra A dice che è litigioso, che se la prende con i più deboli, che ha il vizio di fare lo sgambetto a chi gli rompe le scatole.
Maestra B dice che è ben integrato con tutti i compagni, che aiuta generosamente su sua richiesta alcuni bimbi a terminare i compiti, soprattutto quelli che manifestano difficoltà di apprendimento (nella sua classe ce ne sono due) e non ha mai parlato di sgambetti o spintoni.
Maestra A dice che suggerisce le risposte ai compagni e che vuole prendere sempre la parola prima degli altri. Fa il saputello, in sintesi.
Maestra B dice che aspetta più o meno pazientemente il suo turno, fugando così il mio più grande terrore di madre di un bimbo che fortunatamente va più che bene a scuola. Non fa il saputello, questo dice la maestra perché glielo chiedo con una certa frequenza, e me lo confermano anche i suoi compagni di classe. In aula c’è chi fa davvero il saputello e si vanta della sua sfilza di 10. Prima o poi lo incapretteranno per poi seppellirlo sotto le piante d’oleandro in giardino, questo è il piano. Me l’ha confessato in tutta confidenza una gnoma bionda simpaticissima, la “capa” delle femmine della classe. Ma questo saputello, almeno a detta di quella vocina autorevole, non sarebbe mio figlio.
Come tutte le cose, sono convinta che la verità stia nel mezzo. Maestra A, quella che mi ha chiamato a rapporto, conosce mio figlio da neanche quattro mesi ed è l’insegnante del pomeriggio; Maestra B, invece, lo ha preso in consegna fin dalla prima elementare e il suo lavoro si svolge al mattino.
Detto ciò, non pensiate che creda mio figlio totalmente innocente: sono perfettamente cosciente dei suoi difetti, così come dei suoi pregi. Prendersela con i più deboli no, non ce lo vedo davvero. A dire le parolacce, rispondere a tono alla maestra e reagire alle provocazioni con uno sgambetto invece si, ce lo vedo eccome.
Ho stilato su un block notes un elenco dei comportamenti sbagliati di Superboy, gliel’ho fatto leggere e ogni pomeriggio, quando torna da scuola, gli chiedo se è stato capace di controllarsi e depenniamo con soddisfazione la voce corrispondente.
Lui afferma ovviamente di aver evitato tutte le cattive condotte, e lo fa con una vocina dolce e melliflua, dolendosi con tutto il cuore del suo “periodo confusionario”. Perché è così che si è giustificato: è attualmente confuso, non si sente più lui. La colpa è forse della “scarica di adrenalina” che lo assalirebbe nel pomeriggio. E un altro motivo è che nel pomeriggio lui si annoia, al mattino no. Così mi ha detto, e mi è preso un accidente perché so benissimo di cosa parla. La sua stessa noia l’ho provata anch’io prima di lui, e non è semplicissimo gestirla. Non lo è stato persino per una bimba soprammobile come ero io alla sua età, figuriamoci per lui, che è tutto tranne che paziente e tranquillo.
E’ per questo che sono assolutamente contraria alla scolarizzazione precoce, perché imparare a leggere a neanche quattro anni non ti facilita la vita a scuola, te la complica. E prima che mi diciate: “E allora che cosa glielo hai insegnato a fare a leggere prima del tempo?" se vi va buttate un occhio qui: Superboy cresce, mamma sclera. E' un post che spiega come mai il nano ha iniziato a divorare libri in anticipo rispetto alla tabella di marcia.
Fra un paio di settimane avrò un nuovo colloquio con Maestra A, ma per non saper né leggere né scrivere magari parlo anche con Maestra B. Perché sono convinta che se Pirandello ha scritto “Uno nessuno e centomila” l’abbia fatto con cognizione di causa, mica perché in quel periodo aveva voglia di sparare minchiate più del solito…
Questo post partecipa al blogstorming di Genitori Crescono. Tema del mese: Essere vs apparire