Casa mia è stata invasa da un nugolo di pestilenze che colpiscono a giorni alterni la sottoscritta e,
naturalmente, anche i due coinquilini che subaffittano la Casa Bianca. E’ per questo che ultimamente aggiorno il blog con minore frequenza il che, sotto alcuni punti di vista, non può che giovare
alla salute psichica di chiunque dovesse affacciarsi da queste parti. Appena le acque si calmeranno, riprenderò a scrivere con più assiduità. Per il momento vi regalo una succosa chicca di
Superboy.
Ieri pomeriggio tutta la famigliola era allegramente sparsa sul lettone: chi era vittima di crampi lancinanti
allo stomaco gentilmente offerti da una gastroenterite fulminante, chi riusciva a malapena ad aprire gli occhi grazie alla congiuntivite e chi tossiva come un fumatore accanito dopo una giornata
particolarmente proficua in compagnia delle fidate bionde. La casa sembrava un magazzino sotto inventario: panni in attesa di degna stiratura sparsi in ogni dove. Ho preso un cumulo di calzini e
mutande e ho costretto i miei uomini a darmi una mano: i cassetti era desolatamente vuoti, bisognava piegare la biancheria per avere qualcosa con cui cambiarsi in occasione del prossimo
bidet.
Superboy afferra un paio di miei slip ed esclama:“Ma queste mutande sono tue, mamma? Wow! Ma quanto sono
piccole! Mi sa che sono superelastiche: quando ce le hai in mano sono minuscole, ma quando le indossi STRADADANK! Si allargano fino all’impossibile!”
Ecco, così forse vi sarà più chiaro il senso della vecchia battuta con la quale rispondo a chiunque, dopo aver
letto qualcuna delle mie baggianate, esclami: “Ma tu sei una grande!”
Io replico sempre: “Grazie, ma io di grande c’ho soltanto il sedere…”