14 giugno 2012
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Ho conosciuto Alessia Ciccariello tramite una comune amica via
Facebook. Non ho mai creduto nell’amore a prima vista, soprattutto a quello virtuale, ma questa deliziosa ragazza mi ha fulminata fin dal primo scambio di messaggi, gran parte dei quali erano
direzionati a sottolineare l’avvenenza del compagno della nostra amica G., altresì conosciuto come “il figaccione”.
Quello che ci accomuna è il fatto di avere gli stessi gusti in
fatto di uomini, e la fortuna sfacciata di condividere l’amicizia con G. la quale, oltre ad essere una donna bellissima dentro e fuori, accetta con gran divertimento e sportività i nostri inviti
a postare foto ignude del figaccione e altre amenità che non esterno in modo più esplicito altrimenti potremmo beccarci una denuncia per molestie sessuali. Non da G., ma dal figaccione.
Circa un mese fa la mia amica G. mi dice che avrei potuto
finalmente incontrare Alessia di persona, perché interpretava il ruolo di Mary in Jesus Christ Superstar. Ecco, potete ascoltarla in questo video. Preciso che non rende giustizia alla sua
dolcissima voce. La qualità dell’audio non è purtroppo delle migliori.
E’ da quando l'ho
sentita cantare per la prima volta che ho perduto definitivamente la testa per Alessia. Nutro un’ammirazione smisurata per chi, come lei, apre la bocca e cinguetta note irraggiungibili senza
alcuna fatica.
Il musical era interpretato ad Arte, e quella maiuscola badate
bene che non l’ho inserita per fare nepotismo gratuito. Quando la mia amica G. mi ha invitata alla performance della Compagnia Vega
Progettomusical, dove fra parentesi si esibisce anche il suo figaccione, non è che immaginassi di assistere a una recita
parrocchiale, però non avrei mai pensato di trovarmi davanti a una carrellata di talenti di un così elevato calibro.
I protagonisti di questa realtà prettamente amatoriale, composta
da artisti la cui età media è di 35 anni (tutti con un lavoro “vero”, una casa, degli impegni, in alcuni casi una famiglia e che perciò coltivano questa passione fra mille oggettive difficoltà e
tantissimo sacrificio), dà luogo a performance di ottimo livello. Non hanno nulla da invidiare ai professionisti, questo ve lo posso assicurare io che li ho ascoltati dal vivo. Potete dare
un’occhiata a ciò che combinano clikkando qui: vegamusical.com
Ho postato il video non
solo per farvi vedere quanto sia deliziosa Alessia, ma anche per farvi notare un particolare: avete fatto caso a come stringe il microfono? Posa da cantante consumata? Macchè! E’ “alta” appena un
metro e sessanta. Durante lo show indossa zeppe vertiginose, perché sfiga vuole che i co-protagonisti siano due cristoni (e visto che uno dei due è Gesù, il termine mi sembra assolutamente
azzeccato) di un metro e ottantacinque abbondanti ciascuno.
Esattamente come me, Alessia è una Staccata. Però deve correre ai
ripari perché capita che “talvolta” i due selleroni eclissino la sua adorabile figura sul palco. Ecco, potete vederlo in questo collage di due istantanee scattate a dieci anni di distanza l’una
dall’altra: in entrambi i casi, la meravigliosa Mary sparisce inghiottita da Giuda e Gesù. Sparisce si fa per dire, perché la sua presenza scenica, altezza a parte, si fa sentire eccome.
Le immagini sono ovviamente frutto di un gioco di prospettive che
si è curiosamente ripetuto nel tempo. In questi dieci anni la deliziosa Maddalena non è naturalmente cresciuta di un centimetro ed è per questo che, da professionista seria qual è, continua a
sopportare il martirio dei tacchi per esigenze sceniche. Questo è soltanto uno dei motivi per cui la stimo tanto. Il più frivolo, a dirla tutta.
Ecco cosa ci racconta Alessia del suo rapporto con le scarpe con
un post che ovviamente partecipa a Staccate versus Taccate :
Scarpe, Amore e
Fantasia.
Tacchi. Mmm. No, io non sono mai stata tipa da tacchi. I miei
piedi non conoscono torture.
Mi piacciono le scarpe comode, dalla punta arrotondata, quelle che
quando le indossi i piedi fanno le piroette dei Sette Fratelli destinati alle Sette Spose e cantano il gospel lodando il tuo nome, felici di appartenere a una donna come te.
Però le scarpe mi piacciono belle, s’intenda.
Non sono diventata Staccata a causa dei figli. A me è successo di
peggio: sono diventata descarpizzata. E ora vi spiego, perché simili tragedie vanno raccontate bene, un po' per esorcizzarle e un po' per aiutare le povere disperate che potrebbero fare la mia
stessa fine.
Era estate, ero incinta, e portavo delle bellissime scarpe di
Cervone, alte, con il doppiofondo, comodissime. Con le caviglie gonfie portavo a spasso la mia cagnolina Gilda, che si affannava alla ricerca di nuovi odori mentre io arrancavo all'altro capo del
guinzaglio. All'improvviso Gilda si ferma, e scodinzola felice, annusando un oggetto sconosciuto che guarniva piedi sconosciuti. "Ciao, che bel pancione!" mi dice la proprietaria dei piedi
sconosciuti. "Ciao! Sono al settimo mese, comincia a pesicchiare" rispondo io. E in quel momento inizia tutto."Ma… come fai con quelle scarpe? perché non provi le Crocs? Non sai quanto sono
comode!"
Non ci crederete, ma io in quel momento le ho desiderate davvero!
Erano di un bel rosa acceso, con un fiore e una principessa Disney in bella mostra. La sera stessa le avevo ai piedi, grazie a quel santo di mio marito a cui avevo urlato al telefono: "Vai
immediatamente a comprarmi le Crocs rosa! E non dimenticare il pupazzetto di Ariel o Biancaneve! T’immagini se il bambino nasce con una voglia del genere sul corpo?"
E una volta messe non riuscii più a toglierle. Sono abbastanza
sicura di aver letto “digituscogitussalagadùl” da qualche parte, nelle avvertenze. L'incantesimo era compiuto, ero loro schiava, volevano che gli appartenessi... e volevano uscire. Mi portavano
dappertutto: supermercato, parrucchiere, ginecologa. Per due anni è andata avanti così, non avevo altre scarpe all'infuori di loro.
Ma come ogni lettrice di favole sa, qualsiasi incantesimo può
essere spezzato dalla più potente delle magie, l'Amore. Ed ecco che un giorno il mio Principe Azzurro, che non ha mai mancato di dirmi quanto mi ami e quanto io sia bella per lui, mi ha detto
queste esatte parole (leggete con attenzione perché sono fondamentali): "Amore” - dolce no? – “ma perché non ti vesti più da donna?
Crac! Zinc! Zinz! Crash! Crack! Taratrak!Tonf!
L'incantesimo era spezzato, come il mio cuore e la mia
autostima.
Sono uscita armata di carta di credito e di mamma (così potevo
usare la sua carta di credito dato che la mia è sempre in rosso…) e ho comprato due meravigliose paia di sandali tacco 12, uno marrone e uno nero. Per non sbagliare. E in quel momento sono
tornata (o forse diventata) donna.
Morale della favola? L'amore è la più potente delle magie.
Lezione da non dimenticare? Non fidatevi mai dei gusti del vostro
cane in fatto di scarpe.
Alessia
Ciccariello