Prendo spunto dal mio ultimo post per tediarvi con un brevissimo
estratto del mio libro. Vi prego, vi prego, vi prego rincuoratemi dicendo che anche i vostri figli dicono le parolacce. Almeno stanotte dormo serena...
LE PAROLACCE: Le dicono a caso, durante la preghierina della sera o mentre recitano la
poesia per la festa della mamma. Sono affascinati dal loro suono buffo e dalla reazione scandalizzata dei genitori. Imparano preso ad usarle per attirare l’attenzione. Sono molto bravi in questo,
bisogna riconoscerlo, e per quanto non capiscano fino in fondo il loro significato, sanno tirarle fuori davvero al momento opportuno.
Una mattina, mentre stavo accompagnando mio figlio a scuola materna, mi sono lamentata garbatamente
dell’automobilista che procedeva a dieci all’ora davanti a noi. “Vedi, Alessandro, sono
le 8.30 e questo signore sta ancora dormendo. Mi sa che ci fa fare tardi…”Lui, caustico, ha ribattuto: “Vaffanc@@o a quel signore! Non lo vede che abbiamo fretta?”E meno
male che frequenta un istituto religioso!Gli psicologi consigliano di mostrarsi
indifferenti, di non manifestare ilarità o sdegno. Una mamma dovrebbe quindi mostrarsi impassibile se, mentre fa la fila alla posta, suo figlio inizia a bestemmiare come un turco… Sarà, ma sfido
chiunque a far finta di niente! Inutile indagare per cercare di capire da chi abbia appreso “le brutte parole”. La risposta è ovvia: da noi! Non
dimentichiamo che i bimbi sono sempre accanto a noi quando schiacciamo un dito in un cassetto o inveiamo contro qualcuno che ci ha tagliato la strada… Trattenersi dall’usare il turpiloquio e
quindi dare il buon esempio è sicuramente un mezzo utile a sconfiggere il problema. Se abbiamo la pessima abitudine di parlare “sporco”ci sono ottime possibilità che anche nostro figlio faccia
altrettanto.Un consiglio tratto da uno degli innumerevoli trattati in materia: -
“Tenete un atteggiamento deciso, fermo ma tranquillo mentre spiegate al bambino che alcune parole non si possono usare perché “non sta bene”, “non è buona
educazione”. Prima o poi la smetterà…”- Si, d’accordo, ma questo vale per i bambini disposti a capire. E per quelli che, per partito preso, non ascoltano mai i genitori? Io suggerisco di
aspettare con rassegnazione che la fase passi ma, nel frattempo, è raccomandabile declinare gli inviti della zia suora per il consueto tè della domenica pomeriggio…