Al ritorno dalla piscina, in macchina, durante una normale conversazione mamma pretenziosa (sì, vabbe’) / figlio ubbidiente (sì, vabbe’ pure questa).
“Allora, bellodemammatua, il piano è questo: rientriamo in casa, togliamo le scarpe, mettiamo le ciabatte. Togli tutta la roba bagnata dal borsone, stendi costume e accappatoio. Quando hai fatto (solo dopo) se vuoi guardi un’oretta di cartoni prima di cena.”
“Ma mammaaaaaaaaaaaaaa…”
“Sìììì, che c’è?” (con l’ irritante tono finto/calmo che uso quando voglio fargli capire subito che non c’è trippa per gatti, si fa come dico io. Punto.)
“Mamma, sai cosa penso?”
“Nooo, mammina tua non lo saaaa…” (mentre svolto lievemente a sinistra per consentire a un deficiente in motorino di superarmi sulla destra e faccio cenno alla tipa in SUV che se proprio insiste, sì. Può passare. Non c’è problema, magari se ho fortuna tampona il tizio in motorino e giustizia sarà fatta).
“Penso che papà, quando ha scelto te, non aveva altre opzioni. E’ stato come costretto. Cioè… voglio dire… magari tutte le donne bellissime erano già impegnate, oppure non interessate a lui. E’ per questo che ti ha scelta, perché tu non sei proprio brutta brutta, ma nemmeno bellissima, che credi?”
Lasciando per il momento perdere il nesso fra “Superboy metti a posto le tue cose” e “Sei la seconda scelta di papà”, giuro che se mi avesse risposto: “A ma’, eccheduepalle co ‘sto mette a posto!” sarei rimasta tutto sommato meno sorpresa. Gli avrei spezzato tutte e due le braccine, è chiaro, però senza troppi moti di stupore.
Ora, viva Dio, so che mio figlio ha gloriosamente superato il complesso di Edipo. Queste sono tappe fondamentali nella vita di una madre. Vado a godermele in compagnia di un paio di bicchieri di Tavernello. Così, secchi in gola. Il Roero Arnais m’è finito ieri sera.