Forse qualcuno l’avrà notato. Qualcuno, più verosimilmente, ci avrà appena fatto caso… In ogni
modo;ultimamente sono sparita dalla circolazione causa romanzo. E si, ho trovato un’altra cosina da fare da aggiungere alla lista degli impegni . Circa tre settimane fa sono venuta a sapere che
un mostro sacro del panorama editoriale, una casa editrice che mi fa tremare i polsi al solo sentirla nominare, una Signora della carta stampata apprenderà della mia esistenza anche se ciò, chiaramente, non sconvolgerà il corso della sua vita agiata. Ha indetto un democratico concorso dal quale sono
esclusi gli uomini. Quindi, chiunque possa sfoggiare un pene, è cortesemente pregato di levarsi dalle balle.
Tema: libero
Lunghezza del testo: minimo 100 cartelle ( 100 pagine A4 di 2000 battute l’una)
Tempo per la consegna: 31 marzo 2009
Premio finale: la pubblicazione.
Una batosta: dovrei scrivere un romanzo in meno di quattro mesi? Io, che con i miei tempi in quattro mesi
riesco appena a fare il cambio dell’armadio? Cribbio, mi sono detta, ma quando mi ricapita un’occasione simile? E quindi mi sono messa all’opera: ho buttato giù una cinquantina di pagine,
alzandomi quasi ogni mattino all’alba, rubando ogni istante disponibile per rileggere quanto sono riuscita miracolosamente a scrivere in poche ore, le uniche che riesco a ricavare dalla mia vita
già abbastanza incasinata.
Quindi, si ripete la storia della genesi de “ Le mamme non mettono mai i tacchi.” Anche quel libro è stato scritto nei ritagli di tempo, con l’aggravante di un figlio all’epoca ingestibile che,
per giunta, non mi faceva chiudere occhio per quasi tutta la notte. Ma la mia opera prima tratta di cacche e rigurgiti o dell’istinto irrefrenabile di defenestrare la metà del genere umano che
coglie ogni neo mamma che si rispetti. Quindi, argomento facile, leggero. Nulla di inventato, niente di difficile: è bastato pensare alla mia vita e
il libro si è scritto praticamente da solo.
Un romanzo, invece, richiede un’abilità sufficiente a mettere in moto la fantasia e creare personaggi, una trama convincente, un intreccio credibile, sensazioni ed emozioni non necessariamente
vissute di persona. Un romanzo deve essere partorito da una persona realmente capace ed io, che sono una scrittrice per caso, non mi ritengo per nulla in grado di portare a termine un’opera
decente. Ma, cazzarola, come faccio a farmi scappare una simile occasione? Ho tutta la trama in testa, se avessi anche il tempo di scrivere quello che hanno elaborato i due neuroni che vagano
impazziti nella mia mente malata sono certa che riuscirei a terminare il libro in meno di due settimane.
Ho perciò dovuto abbandonare il corso di acqua gym con il quale avevo illuso il mio deretano che ci fosse ancora una speranza di risollevarsi dal baratro in cui è crollato diversi anni or
sono. Ho eliminato tutte le attività accessorie nella mia vita, compreso il dormire e il mangiare decentemente. Sono stata costretta a chiudere temporaneamente il blog che curo su al femminile e
sono costretta a chiudere anche questo fino a data da destinarsi.
Mi spiace immensamente, perché mi diverte molto aggiornare i miei blog e conversare anche se solo virtualmente con i miei amici. Io sono nuova di Splinder, il mio non è uno dei blog più amati o
conosciuti e non sono capace di stupirvi con effetti speciali perché la mia conoscenza informatica è disastrosa. Ma quei pochi utenti che mi hanno seguito finora sono stati capaci di regalarmi
tanto affetto e simpatia e conto di ritrovarli al mio rientro e parlo soprattutto di Fiocco, Mondopapy, Deisi e mammapaola.
Concludo questo post augurando a quanti mi seguono un Natale pieno di belle novità, un anno sereno al riparo dalla sfiga, l’avvicendarsi di giorni felici per tutti voi e un pochino anche per me,
che in questo momento avrei davvero bisogno di un pochino di tranquillità. Spero che Babbo Natale sappia tirare fuori dalla sua sacca i doni più belli, proprio quelli che avete sempre desiderato.
Io, nel mio piccolo, vorrei tanto che al posto del solito foulard mi regalasse un contrattino multimilionario di una casa editrice con la E maiuscola. Sono venale, lo so. E’Natale, e siamo tutti
più buoni. Tranne gli artisti, che sono stanchi di essere buoni e bravi e bramerebbero un aiutino per pagare i conti a fine mese.
Felicissime feste a tutti!