Che cos’è che rischia di scaraventare sul lastrico le famiglie italiane? Lo spread? L’annosa questione dell’Euro? Macché… L’unica istituzione davvero devastante per il bilancio familiare è l’edicola. Gli album delle figurine e le raccolte a dispense prosciugano il portafogli peggio dell’IMU; chi è genitore sa di cosa sto blaterando…
Le edicole sono organizzazioni malavitose al cui confronto la mafia risulta come un’associazione parrocchiale: inviano i loro scagnozzi a colpire alla fonte, laddove sono sicuri di reclutare in scioltezza nuove fonti di guadagno. Gli spacciatori si appostano di fronte alle scuole, sorriso suadente e album patinati alla mano. Si avvicinano ai nostri figli smerciando le prime dosi gratuitamente, dopo di che è compito dei genitori soddisfare il loro nuovo vizio. E allora sì che sono cacchi! E’ più semplice indebitarsi fino a collo per un album di figurine che giocando in modo compulsivo ai cavalli, o ai vari gratta e vinci, spesso per raccolte prive di alcun senso logico.
I mitici Lillo e Greg analizzano il fenomeno in modo ineguagliabile su 610. Dopo Grande Capo Estiquatzi, la gag che preferisco è Corri in edicola!
Sarà capitato anche a voi: lo zio/il nonno/il cugino/il semplice passante che regalano i primi due/tre numeri di “Colleziona anche tu dinosauri a grandezza naturale” e poi si dissolvono nel nulla. E’ un’esperienza che non può mancare nel curriculum del bravo genitore. Capita quando le uscite iniziali a 1,99 Euro inclusive di un dente di T-REX originale (sì, come le borse di Gucci vendute sui banchi del mercatino rionale) si impennano fino ad eguagliare la rata mensile del mutuo di un appartamento di medie dimensioni. E’ lì che cominciano i dolori…
Mesi fa mia madre ha regalato a Superboy le prime tre dispense per costruire un T-REX. A pratica terminata la bestiola avrebbe raggiunto l’altezza di un uomo adulto e il costo di circa 500 Euro. Praticamente il salario mensile di un operatore call center, ovviamente plurilaureato, con buona pace di chi condanna il primitivo desiderio di aggiudicarsi un posto fisso che assicuri uno stipendio superiore al sussidio sociale.
Considerazioni politico-economiche a parte, l’idea di ritrovarmi davanti un metro e 80 di rettile magari all’alba, ancora rincoglionita di sonno e orfana di caffè, mi atterriva. Perciò, ho trovato una geniale soluzione per salvare le coronarie e soprattutto le finanze: trasformare il bestione in un trofeo di caccia. Ho convinto Superboy (non chiedetemi come ci sia riuscita, sono ancora qui a domandarmi il perché) che sarebbe stato fichissimo limitarsi a costruire soltanto la testa del T-REX.
Il risultato di questa subdola opera di convincimento lo vedete in questa foto:
Papy ha costruito un supporto in legno per posizionare il capoccione del rettile, e così adesso mio figlio sfoggia un trofeo di caccia originale e soprattutto economico. Conscia del fatto che ci avrebbe costruito su una leggenda metropolitana, gli ho suggerito di non comportarsi come quei pescatori/cacciatori incalliti che sparano panzane incredibili sulle loro battute, racconti che neppure il più scaltro dei politici riuscirebbe mai a partorire. Un T-REX infilato in un carniere è una panzana che non convincerebbe neanche il più candido dei boccaloni (dicesi “boccalone” un soggetto particolarmente fiducioso, credulone, un tizio con la tendenza a bersi le cazzate utopie più incredibili, tipo che un bel giorno costruiranno sul serio un punte sullo stretto di Messina, o che mettere al mondo un figlio non cambia la vita, “basta organizzarsi”).
PS: Ho girato questa idea a una mia carissima amica, anche lei
madre di un bimbo che si era messo in testa di completare la raccolta del bestione a grandezza (quasi) naturale; mi sarà riconoscente a vita. Con quello che abbiamo risparmiato stiamo meditando
di spararci un bel week end lungo nelle campagne toscane, dove non c’è traccia di mostri preistorici. Ma una lunga serie di bistecche alla fiorentina non ce le toglie nessuno, magari annaffiate
da un ottimo Chianti. Brinderemo alla salute di chi inventa metodi trita Euro facendo leva sui (falsi) bisogni del bambini.
Per questa volta l'abbiamo scampata, ma se escono le dispense sul parasaurolofo la vedo dura, la vedo...